La Legge 25 febbraio 1992 n. 210 stabilisce che chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge o per ordinanza di una autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente della integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato. La portata applicativa della Legge in commento è stata progressivamente estesa nel corso degli anni ad opera della Corte Costituzionale che in tempi anche recenti ha avuto occasione di stabilire il principio per cui “In tema di vaccinazioni sanitarie, il diritto all'indennizzo, diverso dal risarcimento dei danni, spetta, alle condizioni e nei modi stabiliti dalla medesima legge, anche in favore di chiunque abbia riportato lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente dell'integrità psico-fisica, a causa della vaccinazione antinfluenzale, e ciò benché si tratti di vaccinazione raccomandata e non obbligatoria, a tutela del principio di solidarietà, della salute collettiva e del principio di ragionevolezza, non potendo inoltre tale diritto essere limitato ai soli soggetti a rischio, cui la somministrazione del vaccino è riconosciuta in via gratuita, ma dovendo essere esteso alla generalità della popolazione, ove se ne riscontrino i menzionati presupposti” (Corte Costituzionale, Sent. 14 Dicembre 2017, n. 2668). Peraltro, l’ultimo comma dell’art. 1 della Legge n. 210/1992 dispone espressamente che “I benefici di cui alla presente legge spettano alle persone non vaccinate che abbiano riportato, a seguito ed in conseguenza di contatto con persona vaccinata, i danni di cui al comma 1; alle persone che, per motivi di lavoro o per incarico del loro ufficio o per potere accedere ad uno Stato estero, si siano sottoposte a vaccinazioni che, pur non essendo obbligatorie, risultino necessarie; ai soggetti a rischio operanti nelle strutture sanitarie ospedaliere che si siano sottoposti a vaccinazioni anche non obbligatorie” L’indennizzo, è bene precisare, continua a leggere
Il Tribunale di Milano, con Sentenza n. 2135/2021 del 15/09/2021, ha dichiarato l'illegittimità del collocamento in aspettativa non retribuita di un OSS che non si era sottoposto al vaccino obbligatorio contro il Covid-19, con conseguente condanna del datore di lavoro al pagamento delle retribuzioni maturate dalla data di sospensione sino alla data di effettiva riammissione in servizio: la sospensione dell'OSS non può essere disposta se non previo il continua a leggere
Il Consiglio dei Ministri n.7 ha approvato il Decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30, che introduce "Misure urgenti per fronteggiare la diffusione del COVID-19 e interventi di sostegno per lavoratori con figli minori in didattica a distanza o in quarantena"... continua a leggere
Il Parlamento Europeo, con risoluzione del 21 Gennaio 2021, ha rilevato la necessità di introdurre una normativa specifica dell'Unione sul diritto dei lavoratori alla disconnessione dagli strumenti digitali, laddove per "disconnessione" è da intendersi il mancato esercizio di attività o comunicazioni lavorative per mezzo di strumenti digitali, direttamente o indirettamente, al di fuori dell'orario di lavoro... continua a leggere
Con ordinanza 18 febbraio 2021, n. 4304, la VI Sezione Civile della Corte di Cassazione, previa una breve ricostruzione della principale casistica, ha confermato che nei c.d. tamponamenti a catena opera la presunzione di responsabilità in capo ai conducenti dei veicoli intermedi ai sensi dell’art. 2054 cod. civ. in tutte le ipotesi in cui in cui il veicolo in questione sia “oggetto di guida” ancorché in una situazione di traffico con veicoli fermi in colonna... continua a leggere
Con la sentenza n. 329/20 del 02.04.2020 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, Sez. I, si pronunciava pregiudizialmente sull’interpretazione dell’art. 1, par. 1 e art. 2, lett. b), della direttiva 93/13/CEE, concernente le clausole abusive nei contratti stipulati tra professionisti e consumatori... continua a leggere
Le Sezioni Unite, con Cass.Civ., S.U., Sent. 5 Luglio 2017, n. 16601, hanno confermato l'apertura del nostro Ordinamento al riconoscimento delle sentenze straniere che contemplano il risarcimento dei c.d. danni punitivi, noto istituto di matrice anglosassone... continua a leggere
Il Tribunale Ordinario di Verona, Sez. III civile, con ordinanza del 18.12.2015 si è conformato al dominante orientamento dominante per cui l'obbligo di esperire la procedura di mediazione per una delle domande proposte si estende anche alle ulteriori domande che non ne siano eventualmente soggette.
Il tribunale di Roma, con sentenza del 23 Gennaio 2016, ha condannato il padre al risarcimento del danno ai sensi dell'art. 96, 3° comma c.p.c. precisando che il dovere di lealtà processuale è immanente in ogni giudizio e particolarmente vincolante nei giudizi in materia di diritto di famiglia come evidenziato dall'art. 5, 9° comma l. 898/1970, applicabile tout court anche al giudizio di separazione, avendo il padre anche cercato di occultare i propri redditi (v. Trib. Roma, sent. 23.01.2016).
Nelle controversie in materia di divorzio e di separazione personale dei coniugi (cui le disposizioni processuali in materia di divorzio sono applicabili, ai sensi dell'art. 23 della I. n. 74 del 1987), la proposizione dell'appello, che avviene secondo il rito camerale, si perfeziona, ex. art. 8 della stessa legge, con il deposito, nei termini di cui agli artt. 325 e 327 c.p.c., del ricorso nella cancelleria del giudice "ad quem", che impedisce ogni decadenza dell'impugnazione.
Ne consegue che ogni eventuale vizio (o inesistenza, giuridica o di fatto) della notificazione del ricorso e dei decreto di fissazione dell'udienza di discussione non si comunica all'impugnazione (ormai perfezionatasi), ma impone al giudice che rilevi il vizio di indicarlo all'appellante perché provveda a rimuoverlo nel termine all'uopo assegnatogli (Cass. Civ. 15137/2015 - Download)
L'art. 13, comma XIII, del D.L. 31 dicembre 2020, n. 183 (cd. Decreto Milleproroghe 2021) ha prorogato sino al 30 giugno 2021 la sospensione dell’esecuzione dei provvedimenti giudiziali di rilascio di immobili, anche ad uso non abitativo, originariamente disposta... continua a leggere
Con ordinanza n. 14368 del 2015 (scarica l'ordinanza) , la Corte di Cassazione ha statuito che la concreta applicabilità ed utilizzabilità della norma dell'art. 3-bis della L. n. 53 del 1994 si è verificata soltanto a far tempo dal 15 maggio 2014, data di efficacia delle norme regolamentari di cui al Provvedimento 16 aprile 2014 del Responsabile per i Sistemi Informativi Automatizzati della Direzione Generale per i Sistemi Informativi Automatizzati, recante le Specifiche tecniche previste dall'articolo 34, comma 1 del decreto del Ministro della giustizia in data 21 febbraio 2011 n. 44. Ne deriverebbe, a giudizio della S.C., che (continua a leggere)
Rapporti tra Reg.to 1215/2012, Reg.to 44/2001, L.218/1995 e Convenzione di Bruxelles del 1968.. (continua a leggere)
Il diritto dell’Unione Europa contempla diversi istituti a tutela del credito transfrontaliero in ambito UE tra cui, in particolare,il procedimento d’ingiunzione di pagamento europea di cui al Reg.to 1896/2006. Tale procedura si introduce mediante apposita domanda al Giudice che ne dispone l’accoglimento, il rigetto ovvero ne domanda l’integrazione. Accolta la domanda, l’ingiunzione viene notificata al debitore ed in mancanza di opposizione, vi potrà essere apposta continua a leggere
Il tribunale di Roma, con sentenza del 23 Gennaio 2016, ha appurato il sostanziale disinteressamento del padre a coltivare il proprio rapporto con la figlia ed ha censurato la sue modalità di relazione con la stessa, ritenendole carenti ed inadeguate. Il padre è stato dunque condannato al risarcimento del danno, determinato nella misura di € 15.000, in favore della figlia (v. Trib. Roma, sent. 23.01.2016).
La formazione di una nuova famiglia di fatto da parte del coniuge divorziato determina la perdita definitiva dell’assegno divorzile di cui il medesimo benefici (Cassazione Civile, Sezione I, Sentenza n. 6855 del 03 Aprile 2015 - download) - Fonte: www.cortedicassazione.it
L’assegno divorzile, perlatro, può anche essere revocato nonostante la sproporzione tra i redditi degli ex coniugi (v. Corte d’Appello di Palermo, sentenza 22 dicembre 2015, n. 1902)
22 Maggio 2017
Si riporta la nota Cass. civ. Sez. I, Sent., 10 Maggio 2017, n. 11504 che, in merito alla statuizione sull'assegno di mantenimento, ha sancito il principio della "autoresponsabilità" economica, secondo criteri di indipendenza o autosufficienza di ciascun coniuge. Nella decisione in commento, il parametro del "tenore di vita" non appare più adeguato al contesto sociale di riferimento... continua a leggere
“Lo squilibrio economico iniziale tra le prestazioni può rilevare così ai fini della rescissione del contratto a norma dell'art. 1447 c.c., o dell'art. 1448, in considerazione dello stato di bisogno o di pericolo di alcuno dei contraenti; come può rilevare ai fini dell'annullabilità a norma dell'art. 428 c.c., del contratto stipulato da persone incapaci. Ma in linea di principio lo squilibrio iniziale delle prestazioni non determina di per sè la nullità del contratto” (Corte di Cassazione, Sez. I Civile, sent. 04 Novembre 2015, n. 22567).
La pronuncia in commento, che si riporta integralmente, è nota per aver affrontato in modo efficace e ben approfondito il tema dell'approvazione di clausole vessatorie nei contratti stipulati on-line. Il Tribunale ha confermato il prevalente orientamento dottrinale per cui ... (continua a leggere).
Le istituzioni europee adotteranno nei prossimi mesi i testi della nuova disciplina in materia di protezione dei dati all’interno dell’Unione Europea: un regolamento generale sulla protezione dei dati ed una direttiva sulla protezione dei dati trattati dalle forze polizia e dalle autorità giudiziarie penali. Le norme regolamentari saranno (continua a leggere)
“L'assicurazione contro gli infortuni non mortali costituisce un'assicurazione contro i danni ed è soggetta al principio indennitario, in virtù del quale l'indennizzo non può mai eccedere il danno effettivamente patito. Ne consegue che il risarcimento dovuto alla vittima di lesioni personali deve essere diminuito dell'importo percepito a titolo di indennizzo da parte del proprio assicuratore privato contro gli infortuni. (Rigetta, App. Genova, 08/06/2007)” (Cass. civ. Sez. III, 11/06/2014, n. 13233, rv. 631753). Fonte: www.cortedicassazione.it