La riforma del sistema sanzionatorio tributario alla luce dei recenti interventi giurisprudenziali

Il D.Lgs. 87/2024 riforma il sistema sanzionatorio tributario, superando l’approccio punitivo a favore della collaborazione. Introduce sanzioni più miti, modifica il concorso di violazioni e accelera l'irrogazione delle sanzioni. Riforma i rapporti tra processo penale e tributario e incide sulla responsabilità degli enti. Alcuni dubbi di legittimità costituzionale emergono sulle disposizioni transitorie. La riforma riduce le sanzioni ma lascia margini di interpretazione giurisprudenziale.

Il Decreto Legislativo 14 giugno 2024, n. 87 rappresenta una riforma organica e strutturale del sistema sanzionatorio tributario italiano, attuando i principi e i criteri direttivi stabiliti dall'articolo 20 della legge delega 9 agosto 2023, n. 111. Questa riforma segna un cambio di paradigma significativo, superando l'approccio meramente punitivo per abbracciare un modello basato sulla collaborazione tra Amministrazione finanziaria e contribuente.

Una delle innovazioni più rilevanti riguarda la modifica dell'articolo 12 del D.Lgs. n. 472/1997, che disciplina il concorso di violazioni e la continuazione. Il decreto ha abrogato il comma 4 di tale articolo, mantenendo però l'impianto generale dei meccanismi di concorso e continuazione delle violazioni tributarie. In particolare, viene confermata la logica dell'aumento sanzionatorio in caso di plurime violazioni, che può variare da un quarto al doppio della sanzione originaria, con meccanismi differenziati a seconda che le violazioni siano commesse con una medesima azione o in periodi di imposta diversi.

Il decreto ha inoltre introdotto significative modifiche all'articolo 16-bis, concernente l'accelerazione dell'irrogazione delle sanzioni, con l'abrogazione del comma 3. Sono stati mantenuti i termini per la notifica dell'atto di contestazione, fissati in novanta giorni dalla contestazione della violazione, che diventano centottanta giorni nel caso di soggetti non residenti. È stata inoltre confermata la riduzione del termine di decadenza a un anno.

Come evidenziato dalla Cassazione nella sentenza n. 1274/2025, la riforma ha introdotto un sistema di sanzioni più favorevole al contribuente, con una significativa riduzione dell'entità delle sanzioni amministrative. In particolare, è stata introdotta una sanzione "fissa" del 70% in sostituzione del precedente sistema che prevedeva una forbice dal 90% al 180%.

Un'innovazione di particolare rilievo riguarda la disciplina dei rapporti tra processo penale e processo tributario. Come evidenziato dalla Cassazione nella sentenza n. 3800/2025, la sentenza penale irrevocabile di assoluzione "perché il fatto non sussiste" o "perché l'imputato non lo ha commesso" acquisisce efficacia di giudicato nel processo tributario, limitatamente ai fatti materiali accertati in sede dibattimentale, ma solo per le sentenze pronunciate ai sensi dell'articolo 530, comma 1, del codice di procedura penale.

Per quanto concerne l'articolo 53 del D.Lgs. n. 346/1990, relativo alle violazioni in materia di successioni e donazioni, il decreto ha modificato il comma 4, eliminando un periodo specifico nell'ottica di una razionalizzazione delle disposizioni sanzionatorie nel campo successorio.

La riforma ha anche interessato la disciplina della responsabilità amministrativa degli enti, con modifiche all'articolo 25-sexiesdecies del D.Lgs. n. 231/2001, concernente i reati di contrabbando, al fine di meglio precisare i criteri di imputazione e quantificazione delle sanzioni per gli enti coinvolti in illeciti tributari.

Come evidenziato dalle ordinanze nn. 29553 e 29457 del 2024, sono stati sollevati alcuni dubbi di legittimità costituzionale relativamente all'articolo 5 del decreto, che limita l'applicazione delle nuove sanzioni alle violazioni commesse dal 1° settembre 2024, con particolare riferimento a possibili profili di eccesso di delega, violazione del principio di uguaglianza e contrasto con i principi della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea.

La Cassazione, con l'ordinanza n. 21150/2024, ha inoltre affrontato il delicato tema del rapporto tra il principio del favor rei e le disposizioni transitorie della nuova normativa, evidenziando la necessità di un bilanciamento tra l'applicazione della legge più favorevole e l'esigenza di certezza nell'applicazione delle sanzioni tributarie nel tempo.

In conclusione, il D.Lgs. n. 87/2024 rappresenta una riforma di ampio respiro che, oltre a ridurre complessivamente l'entità delle sanzioni, introduce meccanismi più favorevoli al contribuente e ridefinisce i rapporti tra processo penale e tributario, pur lasciando aperti alcuni profili di criticità che richiederanno ulteriori interventi interpretativi da parte della giurisprudenza.

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