OSS e obbligo vaccinale: illegittima la sospensione senza retribuzione

Il Tribunale di Milano, con Sentenza n. 2135/2021 del 15/09/2021, ha dichiarato l'illegittimità del collocamento in aspettativa non retribuita di un OSS che non si era sottoposto al vaccino obbligatorio contro il Covid-19, con conseguente condanna del datore di lavoro al pagamento delle retribuzioni maturate dalla data di sospensione sino alla data di effettiva riammissione in servizio: la sospensione dell'OSS non può essere disposta se non previo il puntuale esperimento delle procedure di Legge e soltanto laddove il datore di lavoro dimostri di essersi adoperato per impiegare diversamente il lavoratore e ciò risulti oggettivamente impossibile.

 

A prescindere dal dibattito intorno alle basi normative dell'obbligo vaccinale, tali considerazioni dovevano rispondere anche ai più elementari canoni di buon senso: l'attesa Sentenza rappresenta dunque un punto di svolta rispetto ai primi interventi Giurisprudenziali che hanno inopinatamente avallato gli orientamenti e gli abusi del Regime e di tutti i suoi caporali, come li definiva tanto saggiamente il buon De Curtis.

 

Del resto, il fine non può giustificare proprio tutti mezzi ed alcuni baluardi della disinvolta normativa emergenziale sono già stati erosi dalla Giurisprudenza: la Sentenza in commento offre ulteriori spunti di tutela rispetto all'imminente introduzione dell'obbligo vaccinale in ambito privato e legittime aspettative, anche risarcitorie, di coloro che abbiano perso il lavoro o la retribuzione o che si siano dovuti sottoporre a vaccino non per libera scelta.

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"L'umanità io l'ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un'esistenza grama. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l'autorità, l'abilità o l'intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera."